14/12/2015 MATTEO CASTALDO MIGLIOR CANOTTIERE ITALIANO DEL 2015
fonte: canottaggio.org
Ben 19 medaglie vinte a livello internazionale tra junior, under 23, pesi leggeri e senior (6 d’oro, 11 d’argento, 2 di bronzo) tra le quali spicca il titolo mondiale assoluto 2015 in quattro senza ed al quale si aggiungono ben 13 titoli di campione d’Italia nelle varie categorie e imbarcazioni. 6 partecipazioni ai mondiali (1 junior, 2 under 23, 3 assoluti) e una ai Giochi del Mediterraneo completano il palmares di Matteo Castaldo che oggi sarà premiato a Formia quale miglior atleta del 2015. Un uomo, e un atleta, che ha attraversato diverse vicissitudini durante le quali è stato considerato inadeguato a vestire la maglia azzurra e lui, invece di abbattersi, ha reagito, lottato e vinto contro tutto e contro tutti. Matteo Castaldo (RYCC Savoia), un campione del mondo che vince il titolo in quattro senza insieme a Matteo Lodo, Giuseppe Vicino (Fiamme Gialle) e Marco Di Costanzo (Fiamme Oro), suo compagno di barca in tante gare sia nazionali e sia internazionali, ma che oggi, riconosciuto da tutti e tre i suoi compagni, riceve il premio “Atleta dell’Anno” per la sua gioia e per quella della sua Famiglia, con in testa il Papà Nino suo primo tifoso, e per il suo tecnico societario e di nazionale Andrea Coppola. L’umiltà del campione, quale Matteo è, la si riscontra anche in questa affermazione rilasciata dopo aver saputo del premio: “Sono molto onorato di aver ricevuto questo premio. Lo ritiro però anche a nome di tutti e quattro perché senza i miei compagni di barca tutto questo non sarebbe stato possibile. I miei compagni sono tre ragazzi incredibili: tenaci, grintosi, sono tre leoni che non hanno paura di niente. Per me sono come tre fratelli”. Un bel quadro, non c’è che dire, impreziosito anche dalle parole di Matteo Lodo che di lui dice: “Sono davvero contento che questo premio l'abbia vinto Matteo. Per me lui è l'esempio dell'atleta da seguire perché è un grande lavoratore. È instancabile e dà sempre il massimo in ogni allenamento. Anche quando le cose sembrano impossibili, Matteo ci mette sempre tutto sé stesso. Ricordo, per esempio, che qualche anno fa non era preso in considerazione e lui, invece, si è messo a lavorare in due senza facendolo diventare la migliore barca azzurra e, salito sul quattro senza, abbiamo vinto con lui il mondiale. Parlando del nostro quattro senza posso dire, infatti, che Matteo è la parte seria della barca, e oltre ad essere un grande atleta è anche una bravissima persona ed un amico“. Anche il capovoga del quattro senza campione del mondo, Giuseppe Vicino, è sulla stessa linea del compagno di società nel giudizio su Castaldo: "Matteo è l'atleta con più testa e forza di volontà di tutta la squadra nazionale. Lui è una persona che non molla mai un colpo e che quando le cose non vanno come devono è sempre lì a spronarci, spronandosi, per dare sempre il massimo in ogni cosa che fa sia in allenamento che in gara. In poche parole, Matteo è l'atleta che tutti vorrebbero avere in barca con sé e devo ringraziare lui se il nostro equipaggio ha fatto il salto di qualità necessario per arrivare a vincere il mondiale assoluto". Per chiudere la panoramica di attestazioni non poteva mancare quella del suo amico e compagno di barca, Marco Di Costanzo, che di lui dice: “Il Premio non poteva essere assegnato ad atleta migliore di Matteo. Questo perché i risultati che ha ottenuto parlano per lui, ma soprattutto per il percorso che ha fatto negli ultimi anni prima di arrivare nel 2013 a salire sul due senza e portarlo, insieme a me, sui podi di Coppa del Mondo e dei Giochi del Mediterraneo. Matteo è un atleta di grande spessore molto serio e ci mette davvero l'anima per questo sport. Io ho avuto la fortuna di remare con lui in questi anni e ammetto che mi ha insegnato davvero tanto, è una di quelle persone a cui dico grazie per aver potuto vivere l’emozione di vincere un campionato del mondo. Per finire voglio rivelare che Matteo dice che a fine 2016 vorrebbe smettere, io sono convinto, invece, che è ancora giovane e se dovesse sul serio smettere ci rimarrei davvero male. Se lui appende il remo al chiodo lascerebbe in me un vuoto. Sarebbe come dividermi da mio fratello maggiore, ma adesso pensiamo a fare bene per questa Olimpiade, al resto ci penseremo al momento opportuno”. |